Maria Rossa - Quadri Maria Rossa - Eventi Maria Rossa - Biografia Maria Rossa - Contatti

 

Biografia

 

Maria Rossa è nata a Torino nel 1988.

Nel 2016 ha conseguito la laurea magistrale in Storia dell'arte e nella primavera del 2017 ha vinto un concorso di dottorato presso la Scuola Normale Superiore di Pisa.

 

 Autodidatta, ha cominciato a dipingere da piccola.

Il suo lavoro è l’espressione di intuizioni che si autoalimentano man mano che il colore o il disegno vengono disposti sulla tela, oppure è l’impulso scatenante a contenere in sé già tutte le istruzioni per la sua realizzazione.

Produce i suoi lavori su tela, carta o materiali di recupero.

 

Ha partecipato a diverse esposizioni collettive, tra cui:

"Host" presso L.A.: Laboratorio Artistico (2017, Torino)

"Quartierissimo" presso Ristorante Marechiaro (2016, Torino)

"Esperimenti di Arte e Nonviolenza", curata da Mimmo La Grotteria per Centro Studi Sereno Regis (2014, Torino);

"Reset 003", curata Roberto Tos per Circolo Culturale Amantes (2014, Torino);

"Fiaba… una realtà immaginata", curata da Mimmo La Grotteria per Associazione Paradigma, (2013, Torino);

"Un futuro è il futuro, il futuro è un futuro" curata da Mimmo La Grotteria per Simultanea Spazi d'Arte (2013, Firenze);

"Zone di Incandescenza", curata da Andrea Caretto e Raffaella Spagna per Torino Mad Pride Arte (2012, Torino);

"FAI Festa alla Piazza", organizzata da FAI Giovani Torino (2011, Torino).

  

Esegue, su commissione, oltre alle tele, anche lavori che escono dalla forma-quadro: loghi, decorazioni di oggetti, murales.. sempre pensati in base alle esigenze e all'indole dell'acquirente.

È inoltre possibile richiederle magliette e oggetti vari con stampe dei suoi lavori.

 

 

Traduzioni _ di Caterina Ciccopiedi

 

Le opere di Maria Rossa sono traduzioni di un sé percepito come costante mutamento ed è da questo mutamento che nasce l’urgenza del gesto pittorico, quasi come se il tempo stesso dell’esecuzione sottraesse immediatezza a uno stato d’animo che può sfuggire, alla percezione di uno sguardo che, mentre elabora se stesso, non è più. E la rappresentazione in questi casi può farsi veloce, quasi infantile, come fosse la fotografia di un attimo.

Sulle medesime tele s’incontra talvolta l’impulso opposto e si rintraccia l’accuratezza di chi, fissato l’attimo, può elaborarne la comunicabilità: e qui prevale l’elegante fluidità del segno.

Segno che talora è grafismo, contorno, talora scrittura. Proprio le parole sono uno degli elementi centrali di questi lavori: elementi di quella traduzione che diventano un mezzo di comunicazione quasi negato. Cancellate e coperte dal colore, lasciate emergere come suggestioni o come aperture verso l’altro.

È forse un tentativo di fare accessibile il quadro: parole e colori sono accostati con un cercato “realismo irreale” espressione ossimorica che porta in sè il realismo della traduzione e l’irrealtà del segno che non ha intenti meramente riproduttivi.

Quelle di Maria Rossa sono traduzioni oneste alla ricerca di una verità non necessariamente condivisibile ma in cui l’autrice si riconosce: opere che diventano specchi di istanti.

Autrice e osservatore s’incontrano sul terreno di confine fra  coscienza soggettiva e percezione condivisibile: chi guarda può in parte cedere alla piacevolezza ma è frenato prima della soddisfazione rasserenante e compiaciuta perché deve anche sfiorare il tormento: segnalato come non “a sé”, ma implicito nella apparente normalità di un mondo-immagine.